Traditional Guest House Bukyongdang

Hanok Village Jeonju Korea del Sud

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Jeonju – South Korea

Vivere dentro un cartone (quasi letteralmente)

Lo so, non sembra proprio uno di quei posti “di passaggio”, ma magari può darti uno spunto per un futuro viaggio fuori rotta.

Non so se anche tu da piccolo (o magari ancora adesso) guardavi gli anime — quei cartoni animati giapponesi con personaggi dai capelli improbabili, scenari magici e case super essenziali con porte scorrevoli di carta e materassi appoggiati sul pavimento. Ecco, io ho sempre sognato di dormirci, in una di quelle casette lì.

E in Corea del Sud, tac, il sogno è diventato realtà.

Più precisamente a Jeonju, nel villaggio tradizionale Hanok, l’ultimo (e più grande) villaggio autentico della Corea del Sud, con oltre 600 casette tradizionali conservate nel tempo.

Oggi molte di queste sono diventate sale da tè, caffetterie, o piccoli B&B… e quindi mi sono detta: “Quando mi ricapita?”. E ho prenotato.

Tutte le Hanok sono simili tra loro: basse, in legno scuro, super minimal — ma proprio per questo piene di fascino. Io ho alloggiato in una gestita da una coppia adorabile: lei 69 anni, lui 72, più teneri del tè al gelsomino. Ci siamo raccontati un sacco di cose (tutto rigorosamente tramite Google Translate, perché l’inglese in Corea — soprattutto tra le generazioni più anziane — è ancora una rarità).

La mia piccola Hanok aveva:

un giardinetto zen privato, scarpe lasciate fuori dalla porta (dentro si va scalzi), futon per terra, porte scorrevoli in carta di riso, bagno interno (sì, c’era anche quello).

Un luogo perfetto per assaporare il silenzio, sorseggiare un tè e gironzolare tra le viuzze del villaggio con calma e occhi curiosi.

E per sentirmi davvero parte della scena, ho anche noleggiato l’abito tradizionale coreano. Sì, esatto: gonna ampia, fiocchi, maniche lunghe — praticamente un personaggio di un drama.

Lo so, non è uno di quei posti dove uno pensa “ci vado apposta”, ma se mai dovessi capitare da queste parti, ti consiglio davvero di provarlo almeno per una notte.

Certo, non aspettarti il materasso memory foam o il cappuccino con latte caldo (spoiler: in Corea ottenere latte caldo al mattino è più difficile che vincere a un quiz in coreano). Colazione? Salata, spesso a base di riso o qualcosa che somiglia a sushi. Ma hey, fa parte del gioco!

Come dico sempre: non è casa tua, è un’avventura.

Un’esperienza che cambia il modo in cui guardi il viaggio. Un po’ campeggio, un po’ sogno ad occhi aperti. E anche se non dormi benissimo, ti svegli con il cuore pieno e la testa altrove.

E a volte basta questo per sentirsi dentro a un cartone animato.

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